RUBRICA - Uomini e Paperi: il più ricco del mondo

Qualche tempo fa mi è stato chiesto di consigliare la lettura di un libro. Non di un libro qualunque, sia chiaro; di un libro assolutamente da leggere.
Ammetto che prendere una decisione è stato abbastanza complesso. A mio parere non esiste il libro perfetto o il libro che contenga al suo interno la totalità di ciò che è necessario conoscere o condividere. Ci sono, però, delle storie che lasciano il segno. Storie che nascondono al loro interno altre storie, che ci parlano ad anni di distanza dalla loro stesura, che trasmettono messaggi universali. Se queste storie, poi, riescono a strappare perfino qualche sorriso o qualche lacrima di commozione, allora possiamo dire per certo di avere davanti la storia giusta, quella che vale la pena di essere condivisa.
E oggi vi parlerò di una queste storie, quella contenuta in uno dei libri che più hanno segnato la mia infanzia e la mia adolescenza: la Saga di Paperon de' Paperoni, di Don Rosa.
No, non sono impazzito. E no, non voglio recensire un libro per bambini. Abbiate la bontà di leggere questo articolo fino in fondo, poi mi  direte.

----------------------- ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER! -----------------------

Tesori International - La saga di Paperon de' Paperoni.
L'ultima edizione della saga di Don Rosa, attualmente in commercio

Cominciamo con una domanda: chi è Paperon de' Paperoni? Un papero, direte voi. Un personaggio di fantasia nato dalla matita di un grande fumettista americano, tale Carl Barks, con l'intenzione di creare un alter-ego Disneyano del celebre Ebenezer Scrooge, avarissimo protagonista del noto racconto natalizio di Charles Dickens.
Ebbene, Paperon de' Paperoni si è poi completamente distaccato dall'immagine letteraria che lo ha partorito. E' diventato un "uomo" in carne e ossa. Era inevitabile, poi, che un artista ne ricostruisse la vita (e nella maniera più realistica possibile).
Ad accogliere questa sfida è stato Don Rosa, che per anni ha studiato le storie Barksiane nel tentativo di ricavare quante più informazioni possibili sul passato del personaggio. Don Rosa è riuscito a realizzare una saga in dodici capitoli (più qualche extra pubblicato successivamente) dal tratto magistrale, un dono prezioso per i lettori di tutte le età.

Uno splendido dipinto a olio realizzato da Carl Barks

Partiamo dal principio, in quel di Glasgow. Paperone è l'ultimo discendente di un nobile clan scozzese caduto in rovina. Il suo papà, Fergus, nutre grandi speranze in lui: è convinto che, con la giusta spinta, il suo bambino riuscirà in "qualcosa di grandioso".
Come dono per il suo decimo compleanno, Paperone riceve in regalo un kit da lustrascarpe. Poca roba, eppure la spinta sembra sufficiente. Paperone accoglie la sfida, ma con poca fortuna.

Ecco allora che Fergus decide di imbrogliarlo. E' un imbroglio a fin di bene, rivolto al suo stesso figliolo, ma assolutamente necessario per indirizzarlo sulla retta via: ingaggia uno scavafossi affinché si faccia lucidare le scarpe dal giovane Paperone; gli fornisce, poi, un decino americano (del tutto inutile in Scozia), invitandolo a pagarlo con esso.
Paperone si dà da fare per mezz'ora. Stremato, cade in terra svenuto. Quando riprende i sensi si ritrova tra le mani una monetina inutile: tutto il suo lavoro è andato sprecato!
E invece no, perché ha imparato la prima lezione della sua vita: il mondo è pieno di furbi pronti a imbrogliarlo e, se vorrà farsi strada in questa giungla che chiamiamo "società", dovrà essere più duro dei duri e più furbo dei furbi; solo così riuscirà a far quadrare i suoi conti!

Per Paperone cominciano le avventure più straordinarie. Lasciata la Scozia ad appena tredici anni, s'imbarca per l'America nella speranza di fare fortuna. E' lì che lo attende suo zio Angus, partito diversi anni prima. Ma Angus è un appassionato del gioco d'azzardo che non perde occasione per sfidare in assurde competizioni i suoi avversari.
Paperone, in America, conosce Cacciavite Pitagorico (nonno del più noto Archimede) ma anche i suoi più acerrimi nemici: i Bassotti; lavora prima con suo zio lungo le sponde del fangoso Mississippi, poi come fuochista su un treno.

Diventa un cowboy, poi comincia il duro lavoro del cercatore d'oro. Storia e fantasia si intrecciano. All'inizio, i risultati tardano ad arrivare. Appena riesce a mettere da parte un po' di soldi, ecco che la famiglia gli fa sapere che necessita del suo immediato aiuto economico.
E' nel capitolo cinque, uno dei più toccanti della saga, che Paperone salda il debito morale con il suo clan, dimostrando tutto il suo valore. Giunto in tutta fretta in Scozia, dopo anni di assenza, Paperone sfida a duello i rampolli di un clan rivale, ma per un piccolo incidente... perde la vita! Giunto prematuramente nell'aldilà, riceve l'approvazione dei suoi antenati, i quali gli offrono una seconda possibilità.
Incontriamo un Paperone che non ha mai perso di vista la questione più importante: gli affetti famigliari, ben più sacri del freddo metallo che chiamiamo denaro.

Paperone cercatore d'oro... e una giovane Doretta Doremì

Paperone riparte. In Africa è uno squattrinato cercatore che viene imbrogliato da un boero particolarmente infido: il futuro rivale Cuordipietra Famedoro.
In Australia continua a misurarsi con il suo destino, ma colleziona una sconfitta dietro l'altra. Gli viene data perfino la possibilità di arricchirsi in un attimo, seppure in maniera alquanto discutibile... ma Paperone non ce la fa. Gli ideali che la sua famiglia gli ha trasmesso lo spingono a proseguire sulla strada dell'onestà.

Il capitolo ottavo è decisivo. Cercatore d'oro nel Klondike, Paperone conosce i nemici più spietati, quelli mossi dall'invidia per i suoi primi successi. E' nel Klondike, con il duro lavoro nei territori più angusti, abitati da bestie feroci e percossi dalla furia delle tempeste, che Paperone conquista finalmente l'ambito trofeo: la ricchezza. Trovata una pepita d'oro "grande come un uovo d'anatra", mette su la sua prima impresa, finanzia altri cercatori, accumula il suo primo milione.
Ma, cosa più importante, nel Klondike Paperone fa un incontro che gli cambia la vita, quello con Doretta, la bellissima ballerina di un saloon, il primo e unico amore della sua vita al quale non riuscirà mai a dichiarare i suoi sentimenti.
Eppure non solo gioie e soddisfazioni arrivano al giovane, intraprendente Paperone. Il futuro papero più ricco del Klondike viene a sapere, in modo brusco e improvviso, che sua madre è morta. La tragedia gli dà la forza di reagire ai maltrattamenti dei suoi nemici: in un batter d'occhio, Paperone diventa la leggenda del Klondike.

Finalmente ricco, è arrivato il momento di tornare in Scozia. I suoi concittadini non sembrano molto felici di rivederlo: l'invidia ha colpito anche loro. Ma suo padre Fergus e le sue sorelle sono sempre dalla sua parte.
Paperone è intenzionato a partire, stavolta con la sua famiglia. Vuole stabilirsi definitivamente in America, in un piccolo agglomerato di case che ha nome "Paperopoli". Le sue sorelle sono entusiaste, ma Fergus è troppo vecchio. Sa che il suo compito è finito. Sa che presto dovrà lasciare suo figlio... e per sempre.
La sera prima della partenza espone le ultime raccomandazioni: l'importante è sempre essere onesti con se stessi.

Don Rosa sfata una volta per tutte il tabù che più ha condizionato il fumetto Disney: la morte. In una delle sequenze più toccanti veniamo a sapere che Fergus se ne è andato. Faccio notare la perfezione nella cura dei dettagli, il cappello sul letto, quello che indica che una persona cara è deceduta. Chi ce lo ha messo? Lo stesso Fergus? Forse sapeva che, esauritosi il suo compito, sarebbe arrivato il momento di andarsene?
In questa splendida sequenza lo vediamo mano nella mano con la sua defunta moglie, Piumina, nel loro ultimo viaggio.


Paperopoli, meta ambita! Un piccolo paese di campagna. E' qui che Paperone conosce quello che sarà l'altro ramo della sua famiglia: i "Duck". Mamma papera (la futura Nonna papera, al secolo Elvira Coot) e Papà papero con i figli Dabney, Eider, Daphne e Quackmore. Quest'ultimo, un papero dal carattere irascibile, s'invaghirà di Ortensia, la sorella minore di Paperone. Dalla loro unione nasceranno due gemelli, Della e Paolino (già, Paolino. Vi dice qualcosa?)
Deciso a trasformare quella città di campagna in una metropoli industrializzata, Paperone, che ha acquistato da un cercatore un terreno in quei pressi, decide di costruire il suo quartier generale... e di riempirlo di soldi!



Il capitolo undici è il più lungo della serie dal punto di vista narrativo. Esso copre un arco temporale di circa trent'anni, durante i quali Paperone va in giro per il mondo, commercia, scambia, fonda imprese, tesse rapporti... e mette insieme la sua immensa fortuna, finendo col commettere l'unica cattiva azione della sua vita: la sottrazione, per mezzo della forza, di un terreno che non gli appartiene e considerato addirittura "sacro" dagli indigeni suoi abitanti.
Commovente la sequenza che vede protagonista un Paperone distrutto dai sensi di colpa dietro il ricordo delle ammonizioni paterne.

Tornato a Paperopoli finalmente ricco (il più ricco del mondo!) Paperone è cambiato. Il mondo lo ha indurito, la vita è stata troppo severa con lui. Ciò che gli importa è il denaro, la ricchezza, quella che ha guadagnato da solo e col sudore della fronte.
I parenti, gli affetti, i legami col passato sono messi da parte. Paperone scaccia in malo modo la famiglia, che rifiuta di vedere per i successivi diciassette anni, e si ritira a vita privata.


Arriviamo al Natale. Non a un Natale qualunque, ma al fatidico Natale 1947, la data di "Paperino e il Natale sul Monte Orso", la prima storia Barksiana con protagonista un avaro Paperone.
Paperon de' Paperoni, riservatissimo ottantenne dal passato quasi leggendario, di cui non si fa che parlare pur non conoscendo praticamente nulla, vuole riallacciare i rapporti con quel che resta della sua famiglia: suo nipote Paperino e i pronipoti Qui, Quo e Qua. Vuole farlo per far vedere loro "quanto" saranno ricchi quando lui non ci sarà più.

Ma nella notte subiscono un attacco dalla banda Bassotti, che da tempo teneva d'occhio le proprietà del vecchio papero. E qui sta la grandezza di Don Rosa, nel "confronto generazionale". I giovanissimi Qui, Quo e Qua spronano quel "povero vecchio" dal passato misterioso... e Paperone vince la sfida con la banda Bassotti. Si sente ringiovanito, pronto a tornare alla vita pubblica, a far parlare di sé.
Ma Paperino è scettico. Può un singolo papero collezionare tante avventure nel corso di una vita sola? No, sicuramente avrà ereditato tutta la sua fortuna, centesimo su centesimo. E' solo un vecchio papero viziato e senza valori!
Don Rosa chiude il suo monumentale affresco con una vignetta a tutta pagina il cui scopo è far rabbrividire il lettore. E ci riesce perfettamente.

La Saga di Paperon de' Paperoni è degna di stare accanto ai più grandi maestri della nostra letteratura, e non esagero. E' un gioiello che non potete lasciarvi sfuggire, una perla da conservare con la cura che si riserva a un tesoro prezioso, un prodotto di qualità che farà ridere e commuovere tutte le generazioni che vorranno dedicargli il tempo di una lettura.

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